Un ritratto che trova la forma di un fiore. Un fiore di nuova specie, da lei inventato come il nome che porta, che si unisce così alle visioni e alla concreta visionarietà di queste donne, esponendole in tutta la loro unicità e bellezza. Le propone come esempi a cui guardare ed ispirarsi, in tempi in cui, esplorare e andare in profondità, prendendoci tutto il tempo necessario, risulta difficilmente attuabile. Certo, possibile, ma è anche vero che le infinite possibilità di cui oggi disponiamo e la bulimia nel cercare di provarle tutte, ci conducono ad una circumnavigazione in superficie che prosciuga tutto il nostro tempo e spegne il nostro fuoco sacro.